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Giornale Italiano di Psicologia e Medicina del Lavoro 2022, 2(1) Click Free Full Open Access

Table of Contents

GIPMEL 2022;2(1):1-5
Editorial
Normativa, criticità e valutazione del rischio psicosociale lavorativo in Italia
Psychosocial hazards in the workplace: Regulations, challenges and risk assessment in Italy
Authors: Francesco CHIRICO1,*
1 Scuola di Specializzazione in Medicina del Lavoro, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma, Italia. Centro Sanitario
Polifunzionale di Milano, Servizio Sanitario della Polizia di Stato, Ministero dell’Interno, Italia. ORCID: 0000-0002-8737-4368.

* Author for the correspondence 
Parole chiave: Italia, rischio psicosociale, stress lavoro-correlato, violenza lavorativa, valutazione del rischio.
Keywords: Italia, rischio psicosociale, stress lavoro-correlato, violenza lavorativa, valutazione del rischio.
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GIPMEL 2022;2(1):6-24
Commentary on Education and Occupational Health
La medicina basata sulle evidenze scientifiche e l’attività di sorveglianza sanitaria: una revisione di principi ed esperienze in medicina del lavoro
Evidence-based medicine (EBM) and occupational health surveillance: A review of the principles and experiences in occupational health
Authors: Francesco CHIRICO,1,2,*, Angelo SACCO
1,3, Nicola MAGNAVITA1,4
1 Scuola di Specializzazione in Medicina del Lavoro, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma, Italia.
2 Centro Sanitario Polifunzionale di Milano, Servizio Sanitario della Polizia di Stato, Ministero dell’Interno, Italia. ORCID: 0000-0002- 8737-4368.
3 Servizio di Prevenzione e Sicurezza degli ambienti di lavoro (SPreSAL), Azienda Sanitaria Locale ASL Roma 4, Civitavecchia, Italia. ORCID: 0000-0002-8429-5314. E-mail: angelo.saccoe.@alice.it
4 Dipartimento di Scienze della Donna, del Bambino e di Sanità Pubblica, Fondazione Policlinico Agostino Gemelli IRCCS, Roma, Italia. ORCID: 0000-0002-0988-7344.E-mail: nicola.magnavita@unicatt.it
Abstract
Evidence-Based Medicine (EBM) is the conscientious, explicit, judicious, and reasonable use of up-to-date best evidence in making decisions about the care of individuals. Narrative-Based Medicine 
(NBM) is a new model that postulates the application of narrative ideas and new ways of communication to the practice of medicine. Occupational physicians should apply both principles in workplace activities-. The health surveillance activity, which does not produce randomized controlled trials (RCTs) because exposing workers to risk would not be ethical, will be based on evidence obtained from systematic reviews and meta-analyses, according to EBM principles. However, qualitative or mixed-design methods research following the NBM principles can be appropriate for understanding complex interactions, behavioral, and social predictors of risk factors and conditions affecting the effectiveness of preventive measures. In this commentary, the authors describe how to apply EBM and NBM in occupational health surveillance.
Riassunto
La medicina basata sull’evidenza scientifica o prove di efficacia è l’uso coscienzioso, esplicito e giudizioso delle migliori evidenze scientifiche disponibili per prendere le migliori decisioni possibili nel processo di cura e di assistenza del singolo paziente. In anni recenti, si è affermato un nuovo movimento denominato Medicina Narrativa (“Narrative-based Medicine” o NBM), che applica una metodologia d’intervento clinico-assistenziale attraverso specifiche competenze comunicative. Anche il medico competente (MC) dovrebbe applicare nel corso della sorveglianza sanitaria i principi e i metodi della EBM e della NBM, in quanto la medicina del lavoro appartiene alla sfera delle scienze mediche. In medicina del lavoro, in assenza di trial clinici randomizzati, gli studi di coorte possono essere comunque molto efficaci per esaminare l’effetto dei fattori di rischio lavorativi e, pertanto, le revisioni sistematiche e le metanalisi degli studi osservazionali dovrebbero rappresentare il punto di riferimento per l’attività professionale di medici competenti e società scientifiche. I metodi di ricerca
qualitativa non devono essere dimenticati, in quanto essi possono essere appropriati per una migliore comprensione delle interazioni complesse e per descrivere i determinanti sociali e comportamentali di rischio e per comprendere come e in quali circostanze alcune misure di prevenzione possono essere
efficaci. Comprendere questo è di primaria importanza per il trasferimento dei risultati basati sull’evidenza nella pratica quotidiana della medicina del lavoro. L’uso della ricerca qualitativa e quantitativa e l’applicazione dei principi della ricerca scientifica nell’attività del medico competente, che è prima di tutto un epidemiologo occupazionale, è la base per applicare i principi della EBM in medicina del lavoro. In questo commentario descriviamo, pertanto, alcune possibili applicazioni della sorveglianza sanitaria basate sui principi della EBM.
Parole chiave: medicina basata sull’evidenza scientifica; medico competente; promozione della salute; efficacia degli interventi della salute.
Keywords:evidence-based medicine; effectiveness; occupational physicians; preventive measures.
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GIPMEL 2022;2(1):25-37
Original Article in Public and Occupational Health
Determinanti dell’esitazione vaccinale per il COVID-19 tra gli operatori sanitari italiani: uno studio trasversale
Determinants of COVID-19 vaccine hesitancy among Italian healthcare workers: A cross-sectional study
Authors:
Cristiana FERRARI, Andrea MAZZA, Claudia SALVI, Andrea MAGRINI, Luca COPPETA1,*
1 Dipartimento di Medicina del Lavoro, Università Tor Vergata Roma
* Author for the correspondence
Abstract
Introduction: As the COVID-19 pandemic spread globally, healthcare systems have been overwhelmed with both direct and indirect mortality from other treatable conditions. Vaccination has been crucial in preventing and eliminating the disease, which is why the development of the SARS-CoV-2 vaccine has been accelerated worldwide. While vaccination is a commonly recognized effective means, according to the World Health Organization (WHO), vaccine hesitancy is a global health problem. This paper aimed to study determinants of COVID-19 vaccine hesitancy in a sample of Italian healthcare workers.
Methods: We conducted a cross-sectional online survey of nurses in four Italian regions between 20 and 28 December 2020 to obtain data on the acceptance rate of the forthcoming SARS-CoV-2 vaccination, in order to plan specific interventions to increase vaccination coverage. 531 of the 5,000 nurses invited completed the online questionnaire.
Results: The majority of nurses enrolled in the study (73.4%) were female. Of all the nurses, 91.5% intended to accept the vaccination, while 2.3% were against it and 6.2% were undecided. Female gender and confidence in vaccine efficacy were the main predictors of vaccine intention among the study population using a logistic regression model, while other factors including concerns about vaccine safety and concerns about possible side effects were not significant.
Discussion and Conclusion: Despite the availability of a safe and effective vaccine, the intention to be vaccinated was suboptimal among nurses in our sample. We also found a significant number of people undecided about whether or not to accept the vaccine. Contrary to expectations, vaccine safety concerns did not affect the acceptance rate. Nurses’ perception of vaccine efficacy and the female gender were the main factors influencing attitudes toward vaccination in our sample. Since the success of the COVID-19 immunization plan and in general of other vaccination plans depends on the acceptance rate, these results are of great interest to public health policies. Interventions aimed at increasing workers’ awareness of the effectiveness of vaccination should be promoted among nurses to increase the number of people vaccinated.
Riassunto
Introduzione: Con la diffusione della pandemia da COVID-19 a livello globale, i sistemi sanitari sono stati sopraffatti dalla mortalità sia diretta che indiretta da altre condizioni curabili. La vaccinazione è stata fondamentale per prevenire ed eliminare la malattia, ecco perché lo sviluppo del vaccino anti SARS-CoV-2 è stato accelerato in tutto il mondo. Nonostante le vaccinazioni siano un mezzo riconosciuto comunemente come efficace, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) l’esitazione vaccinale è un problema di salute globale. Questo studio è stato realizzato con l’obiettivo di indagare i principali fattori che contribuiscono a determinare il fenomeno dell’esitazione vaccinale verso il vaccino COVID-19 in un campione di operatori sanitari italiani.
Metodi: Abbiamo condotto un sondaggio trasversale online su una popolazione di infermieri, in quattro regioni italiane, tra il 20 e il 28 dicembre 2020 per ottenere i dati sul tasso di accettazione della ormai prossima vaccinazione anti SARS-CoV-2, al fine di pianificare interventi specifici per aumentare la copertura vaccinale. 531 dei 5000 infermieri invitati hanno completato il questionario online.
Risultati: La maggior parte degli infermieri arruolati nello studio (73,4%) erano donne. Tra tutti gli infermieri il 91,5% intendeva accettare la vaccinazione, mentre il 2,3% era contrario e il 6,2% era indeciso. Il genere femminile e la fiducia nell’efficacia del vaccino rappresentano i principali predittori dell’intenzione a vaccinarsi tra la popolazione in studio secondo un modello di regressione logistica, mentre altri fattori tra cui i dubbi sulla sicurezza del vaccino e le preoccupazioni di possibili effetti collaterali non sono risultati significativi.
Discussione e Conclusioni: Nonostante la disponibilità di un vaccino sicuro ed efficace, l’intenzione ad essere vaccinati era subottimale tra gli infermieri del nostro campione. Abbiamo trovato anche un numero significativo di persone indecise se accettare o meno il vaccino. Contrariamente alle aspettative, le preoccupazioni sulla sicurezza del vaccino non hanno influenzato il tasso di accettazione; la percezione da parte degli infermieri dell’efficacia del vaccino e il genere femminile sono stati i principali fattori influenzanti gli atteggiamenti verso la vaccinazione nel nostro campione. Dal momento che il successo del piano di immunizzazione COVID-19 e in generale degli altri piani vaccinali, dipende dal tasso di accettazione, questi risultati sono di grande interesse per le politiche
di salute pubblica. Interventi mirati ad aumentare la consapevolezza dei lavoratori sull’efficacia della vaccinazione dovrebbero essere promossi tra gli infermieri al fine di aumentare il numero di persone vaccinate.
Parole chiave: vaccino anti SARS-CoV-2; etica della salute pubblica; operatore sanitario; infermieri
Keywords: SARS-CoV-2 vaccine; public health ethics; healthcare worker; nurses.
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GIPMEL 2022;2(1):38-49
Original Article in Occupational Health
Il medico competente e la gestione dell’emergenza sanitaria da COVID-19 nella prima fase della pandemia: l’esperienza in un grande insediamento chimico in Italia
The “medico competente” and the management of COVID-19 emergency in the first phase of the pandemic: The experience in a large chemical industry in Italy
Authors:
Giuseppe TAINO1,*, Concetta BUONOCORE1, Tiziana GAZZOLDI1, Francesca SOLAZZO1, Irene TAINO1, Alberto DELOGU1
1 “IRCCS S. Maugeri”, Foundation-Pavia-Unit Hospital of Occupational Medicine (UOOML), Pavia, Italy.
* Author for the correspondence
Abstract
Introduction: During the COVID-19 pandemic, Occupational Medicine (OM) has assumed a role of great responsibility in Italy. The need to prevent and manage the SARS-CoV-2 infection risk in the workplaces, has subverted the principles of OM, which is focused on the prevention and protection of occupational risks. In this perspective, the occupational physician (called “Medico Competente”) appointed by private and public companies has become a global health and safety advisor to the employer. The study aims to describe the containment strategy against COVID-19 infection adopted by a chemical industry in the Lombardy Region between February-April 2020, namely during the most critical phase of the pandemic in Italy.
Methods: The population examined in our study is the entire population of a large petrochemical industrial site, totaling 670 workers. The time interval considered was the period from the end of February to the end of April 2020. A strategy was implemented for the containment of the epidemic at the production site with the collaboration of various professionals and the employees themselves. Through telephone triage, employees absent due to flu-like symptoms were assigned an initial assessment, followed by subsequent periodic reassessment to monitor the progress of their clinical status.
Results: It was found that 182 workers out of a total of 670 employees were absent due to illness. Of the absent workers, 98 (54%) complained of the flu-like syndrome and 84 (46%) were absent due to other illnesses. Of the workers, 14.6% had suspected symptoms of COVID-19 during the reporting period.
Discussion and Conclusion: The COVID-19 pandemic highlighted the key role played by the “Medico Competente” in protecting the health of workers and communities. During the health emergency period, OM helped keep national production active and contributed to the definition of measures to protect the health and safety of workers. In this emergency period, the “Medico Competente” was assigned new tasks and functions, which should be considered not as an aggravation of responsibilities, but as an enhancement of the professionalism and skills of the specialist in OM.
Riassunto
Introduzione: Nel periodo della pandemia da COVID-19 la Medicina del Lavoro ha assunto un ruolo di grande responsabilità. La necessità di prevenire e gestire un rischio ubiquitario come quello infettivo, di natura pandemica, ha sovvertito i principi della prevenzione e protezione dei rischi sul lavoro. In questa ottica il Medico Competente è diventato un vero e proprio consulente globale del datore di lavoro in tema di salute e sicurezza. L’obiettivo dello studio è la descrizione della strategia di contenimento dell’infezione da Sars-Cov-2 adottata in Lombardia da una grande azienda del settore chimico nel periodo tra la fine di febbraio e la fine di aprile 2020, fase più critica dell’epidemia in Italia.
Metodi: La popolazione presa in esame nel nostro studio è l’intera popolazione di un grande insediamento industriale chimico, per un totale di 670 lavoratori. L’intervallo temporale preso in esame è stato il periodo compreso tra la fine di febbraio e la fine di aprile 2020. Per il contenimento dell’epidemia nel sito produttivo è stata messa in atto una strategia che ha visto la collaborazione di diverse figure professionali e degli stessi dipendenti. Attraverso il triage telefonico ai dipendenti assenti per sintomatologia simil-influenzale è stata assegnata una valutazione iniziale, seguita da successiva rivalutazione periodica per monitorare l’andamento del quadro clinico. È emerso che 182 lavoratori su un totale di 670 dipendenti sono stati assenti per malattia. Dei lavoratori assenti, 98 (54%) hanno lamentato sindrome simil-influenzale e 84 (46%) sono stati assenti per altre patologie. Il 14.6% dei lavoratori ha avuto nel periodo considerato una sintomatologia sospetta per COVID-19.
Discussione e Conclusioni: La pandemia da Sars-Cov-2 ha messo in evidenza il ruolo fondamentale che il medico competente svolge nella tutela della salute dei lavoratori e delle collettività. Durante il periodo di emergenza sanitaria la Medicina del Lavoro ha aiutato a mantenere attiva la produzione nazionale e ha contribuito alla definizione delle misure da mettere in atto per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori. Al Medico Competente in questo periodo emergenziale sono stati assegnati nuovi compiti e funzioni, da intendersi non come aggravio delle responsabilità, ma come valorizzazione della professionalità e delle competenze dello specialista in medicina del lavoro.
Parole chiave: Medico del lavoro; SARS COV 2; sorveglianza sanitaria.
Keywords: Occupational physician; SARS COV 2; health surveillance.
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GIPMEL 2022;2(1):50-56
Short Report in Occupational Health Psychology

Il fenomeno delle aggressioni a danno degli operatori sanitari: risultati di uno studio “cross-sectional” effettuato in una Azienda Sanitaria Locale della Regione Lazio (Italia)
Physical violence against healthcare workers employed at a local health unit in the Lazio Region, Italy: A cross-sectional study
Authors: Angelo SACCO1,2
1 Scuola di Specializzazione in Medicina del Lavoro, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma, Italia.
2 U.O.C. Spresal, ASL Roma 4, Civitavecchia, Italia. ORCID: 0000-0002-8429-5314. E-mail: angelo.saccoe.@alice.it
Abstract
Introduction: This study aimed to study the prevalence of physical attacks against healthcare workers (HCWs) employed at a local health company, in the Lazio region, Italy.
Methods: A cross-sectional study was carried out among HCWs employed at public hospitals (n=3) and outpatient care services (n=4). Data was elaborated by the occupational physicians of the company in the context of occupational health surveillance, which is mandatory in Italy, in the period 2010 – 2014. Descriptive statistics (frequency and percentage) of workplace accidents -collected by health and safety managers of the company- were reported.
Results: A total of 22 workplace accidents were caused by physical assaults, of which 11 (50%) involved male operators. The average age of the victims was 47.9+9.4 years. Assaults were concentrated in the hospitals (19 of the 22 attacks) and involved nurses (n=12, 54.5%), doctors (n=6,
27.3%), auxiliaries (n=2, 9.1%), and office workers (n=2, 9.1%). Most cases (n=20) were acted by patients, in emergency departments (n=10, 45.4%), and in psychiatric (n=6, 23.3%) and mental health centers (n=2, 9.1%).
Discussion: Our findings confirm results from the scientific literature, as well as recommendations from national and international guidelines. A procedure for WV prevention and management in the healthcare setting is needed. Occupational stakeholders should address the underreporting
phenomenon and carry out a combination of structural, organizational, and training measures.
Riassunto
Introduzione: L’obiettivo dello studio è stato quello di esaminare la prevalenza degli episodi di violenza contro gli operatori di un’Azienda Sanitaria Locale (ASL).
Metodi: È stato condotto uno studio trasversale tra gli operatori sanitari di una ASL della Regione Lazio, Italia. I dati sono stati raccolti dai medici del lavoro dell’azienda durante la sorveglianza sanitaria sul lavoro, obbligatoria in Italia, utilizzando il registro degli infortuni istituito presso l’ASL nel periodo 2010 – 2014.
Risultati: Nel periodo 2010-2014 si sono verificati 22 infortuni sul lavoro causati da aggressioni (5,9% dell’intero fenomeno e 7,8% degli infortuni sul lavoro propriamente detti, ovvero eventi con esclusione degli infortuni biologici). Dei 22 eventi, 11 (50%) hanno coinvolto gli uomini, 11 (il restante 50%) le donne. L’età media della popolazione interessata dalle 22 aggressioni fisiche è stata di 47,9+9,4 anni e il fenomeno si è concentrato principalmente negli Ospedali (19 delle 22 aggressioni, 86,4%); esso ha coinvolto, in ordine di frequenza, infermieri (12 casi, 54,5%), medici (6 casi, 27,3%), ausiliari (2 casi, 9,1%) e impiegati amministrativi (2 casi). In 20 casi l’aggressore era rappresentato dal paziente, in 2 da un collega di lavoro. La gran parte dei casi si è osservata nel Pronto Soccorso – DEA (n=10, 45.4%), poi presso il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura – SPDC (n=6, 23.3%), infine presso il Centro di Salute Mentale – CSM (n=2, 9.1%).
Discussione: I nostri dati mostrano, in accordo con quanto osservato da altri autori, che il fenomeno delle aggressioni – sebbene probabilmente sottovalutato a causa della nota tendenza degli operatori sanitari a non denunciare gli infortuni – rappresenta una quota significativa degli infortuni nel settore sanitario. Gli eventi lavorativi che minacciano l’integrità fisica degli operatori sanitari possono determinare severi effetti patologici e possono rendere la vittima più suscettibile a subire ulteriori episodi di violenza. I costi umani, economici e sociali della violenza contro gli operatori sanitari sono enormi: essa deve quindi essere affrontata in modo proattivo con cogenti misure preventive e non può essere considerata “parte del lavoro”.
Parole chiave: violenza nei luoghi di lavoro; operatori sanitari; salute e sicurezza nei luoghi di lavoro; infortuni sul lavoro.
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GIPMEL 2022;2(1):57-86
Review Article

La violenza da parte di pazienti e accompagnatori a danno degli operatori di pronto soccorso: una revisione della normativa vigente e delle linee guida internazionali per la valutazione e la gestione del rischio
Violence toward healthcare workers employed in Emergency Departments: A review of Italian regulations and international guidelines for the risk assessment and management
Authors: Francesco CHIRICO1,*, Gabriella NUCERA2, Angelo SACCO3, Nicola MAGNAVITA4
1 Scuola di Specializzazione in Medicina del Lavoro, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma, Italia. Centro Sanitario Polifunzionale di Milano, Servizio Sanitario della Polizia di Stato, Ministero dell’Interno, Italia. ORCID: 0000-0002- 8737-4368.
2 ASST Fatebenefratelli e Sacco- Ospedale Fatebenefratelli, Dipartimento di Emergenza e Urgenza, Milano, Italia. ORCID: 0000-0003-1425-0046. E-mail: gabriella.nucera@asst-fbf-sacco.it
3 Scuola di Specializzazione in Medicina del Lavoro, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma, Italia. U.O.C. Spresal, ASL Roma 4, Civitavecchia, Italia. ORCID: 0000-0002-8429-5314. E-mail: angelo.sacco@alice.it
4 Scuola di Specializzazione in Medicina del Lavoro, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma, Italia. Fondazione Policlinico Agostino Gemelli IRCCS, Roma, Italia. ORCID: 0000-0002-0988-7344. E-mail: nicola.magnavita@unicatt.it
* Author for the correspondence
Abstract
Introduction: Workplace violence (WV) and harassment are emergent and harmful phenomena in healthcare settings, especially in Emergency Departments (EDs). This work aims to review scientific literature and European and Italian Regulations on WV perpetrated by third parties against healthcare workers (HCWs).
Methods: This study employed a narrative review method. Our search was conducted between October and December 2021 in PubMed/Medline, CINHAL, and Google Scholar with several combinations of the following keywords: “emergency” (MeSH); “aggression”, “workplace violence”, “abuse”, “healthcare”, “third parties”, “threat”, “first aid”, in English and Italian. We also reviewed national, European, and international regulations and guidelines on this topic.
Results and Discussion: Despite numerous studies in literature concerning WV against HCWs employed at EDs, especially nurses, this phenomenon is overlooked due to underreporting of WV. WV is a specific psychosocial risk factor different from lateral violence and work-related stress. For
this reason, healthcare management should address this psychosocial risk factor with specific preventive measures. European employers should follow the EU-OSHA guidelines, while Italian employers should refer to Recommendation n.8 released by the Ministry of Health and other regional
guidelines (e.g. those released in 2010 by the Emilia-Romagna region and in 2018 by Lazio region).
Conclusion: WV against HCWs in EDs needs to be addressed timely. Specific risk assessment strategies and effective preventive and control measures can reduce the rate of WV-related injuries and the physical and psychological effects on HCWs. In addition, training and workplace health promotion programs can increase the well-being level among HCWs, productivity at work, and caregiver-patient relationships.
Riassunto
Introduzione: Uno dei settori lavorativi dove il problema della violenza perpetrata da parte di pazienti e accompagnatori è un problema emergente è quello sanitario i cui dipartimenti di emergenza degli ospedali sono particolarmente gravati dal fenomeno. Questa ricerca ha l’obiettivo di effettuare una revisione narrativa della letteratura scientifica e della normativa nazionale ed europea sulla violenza agita da parte di terzi a danno degli Operatori di Pronto Soccorso per individuare, a valle di uno specifico percorso di valutazione del rischio, le misure di prevenzione e di protezione più efficaci per la tutela della salute e della sicurezza per tali operatori.
Metodi: La ricerca è stata condotta attraverso una revisione narrativa della letteratura scientifica internazionale condotta tra ottobre e dicembre 2021. Le parole chiave utilizzate sono state “emergency” (MeSH); “aggression”, “workplace violence”, “abuse”, “healthcare”, “third parties”, “threat”,“first aid”, in italiano e inglese, con varie combinazioni di ricerca, nelle banche dati PubMed/Medline, CINAHL e Google Scholar. È stata inoltre effettuata una revisione delle linee guida internazionali e della normativa internazionale, europea e italiana. Sulla base di tale revisione è stato proposto un modello di valutazione del rischio finalizzato alla prevenzione di tale fenomeno.
Risultati e Discussione: Nonostante siano disponibili diverse revisioni sistematiche e narrative che mettono in evidenza le preoccupanti dimensioni del fenomeno delle aggressioni a danno degli operatori sanitari e in particolare degli infermieri che operano nei servizi di Pronto Soccorso, il fenomeno rimane tendenzialmente sottostimato a causa della scarsa propensione a denunciare gli episodi di violenza da parte degli operatori. La violenza da parte di terzi è uno specifico fattore di rischio psicosociale differente dallo stress lavoro correlato e dal mobbing o dalla violenza esercitata da colleghi di lavoro/superiori: come tale ai sensi del D.Lgs. 81/2008 esso deve essere oggetto di valutazione da parte del datore di lavoro negli ambienti sanitari. In Europa, le Linee Guida dell’Agenzia Europea per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (EU-OSHA) e in Italia, la Raccomandazione n. 8 del Ministero della Salute (2007) e le linee guida della Regione Emilia-Romagna (2010) e, ultime in ordine di tempo, quelle della Regione Veneto, danno le indicazioni metodologiche e operative per affrontare il problema.
Conclusione: La violenza contro gli operatori di Pronto Soccorso (PS) è un problema urgente da affrontare. Attraverso una corretta valutazione del rischio e le opportune misure di prevenzione e protezione tale fenomeno può essere efficacemente prevenuto con un minor rischio di infortuni e dei conseguenti effetti fisici e psicologici e il miglioramento del benessere lavorativo per l’operatore di PS. Ciò presumibilmente potrebbe portare anche a un miglioramento sia della prestazione lavorativa sia del rapporto medico-paziente.
Parole chiave: violenza nei luoghi di lavoro; operatori sanitari; violenza in pronto soccorso; disagio psicosociale; salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Keywords: emergency departments; healthcare workers; psychosocial risk factors; occupational health and safety; workplace violence.
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